Paula Watzlawick nel lontano 1967 individuò un importante assioma della comunicazione umana, cui diede il nome di Punteggiatura della sequenza di eventi.
Con questo concetto lui intendeva richiamare l'attenzione su un fatto che avviene all'interno di ogni comunicazione umana, ovvero che ognuno tende a pensare dal proprio punto di vista, dando sovente all'altro la responsabilità del cattivo andamento della comunicazione. Si pensa di "reagire" all'altro, pensando a chi ha iniziato, senza pensare di centrare esattamente come l'altro in quella modalità comunicativa insoddisfacente.
Lo stesso accade nella percezione che le persone hanno delle proprie vite.
Vi sono persone che si descrivono così:
La mia vita è stata felice, pur avendo avuto alcuni momenti di profondo dolore.
Altri invece, pur avendo condiviso lo stesso destino, la descriverebbero in questo modo:
La mia vita è stata una sofferenza, intervallata da alcuni momenti di illusoria felicità.
Non si tratta di semplici parole, ma di pensieri che vanno a costruire una realtà piuttosto che un'altra.
Talvolta si rimane incastrati in una determinata visione.
Per esempio quella persona la cui vita sembrava punteggiata dalla morte di alcuni suoi cari, alcuni peraltro prematuri, ma che finiva per non riuscire a godere delle persone in vita, pensando sempre e solo alle persone decedute.
I pensieri costruiscono la realtà, talvolta però quella realtà non è funzionale al nostro benessere, per questo può essere utile chiedere aiuto.
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